Varato il decreto con nuove restrizioni
Il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump ha varato l’atteso decreto che consente nuovamente l’ingresso in USA dei rifugiati.
Sono stati però introdotti criteri di selezione molto più stretti.
Per 11 Paesi le disposizioni saranno ancora più complicate, e prevedono controlli molto approfonditi.
L’elenco di questi 11 Paesi non è stato ancora reso noto, ma si sa che almeno 8 dovrebbero essere i seguenti: Siria, Libia, Iran, Yemen, Ciad, Somalia, Corea del Nord e Venezuela.
Per i rifugiati provenienti dagli 11 Paesi definiti “ad alto rischio” è prevista un’attesa ulteriore di 90 giorni rispetto alla risoluzione delle procedure “normali”. Allo scopo di consentire nuovi e più approfonditi controlli su ogni singolo rifugiato che ha fatto domanda.
Di fatto questo decreto mette termine al bando generale che il Presidente Trump aveva posto 4 mesi fa.
Le indagini previste per l’ammissione nel territorio degli USA in stato di rifugiato prevederanno da oggi una raccolta di informazioni sulla vita e la famiglia di ogni soggetto. Sarà passata al vaglio anche la presenza sui social, le loro frequentazioni ed i comportamenti sul luogo di lavoro.Oltre naturalmente a controlli e scambi di informazioni tra le varie agenzie. L’amministrazione inoltre dovrà dimostrare che l’ingresso in territorio nazionale sia di interesse nazionale.
Non è escluso che alcuni controlli potrebbero durare anche anni.
Il Segretario USA ad interim per la Sicurezza, Elain Duke, ha dichiarato che: “La sicurezza del popolo americano è la più alta priorità del governo”.
Stop anche alle class action
A margine di questa vicenda c’è anche da registrare una vittoria dell’amministrazione Trump, seppure di stretta misura.
Il Presidente ha visto approvare dal Senato, per 51 voti contro 50, la propria proposta di smantellare le regole volute da Obama e che facilitavano la promozione di class action contro banche e società finanziarie. In questo modo Trump ha mantenuto una promessa elettorale fatta a Wall Street.